Mappatura cittadina delle risorse territoriali nell’ambito del gioco d’azzardo patologico (GAP)
Data: 26 Settembre 2024
Si è concluso, il 30 novembre, il termine ultimo per compilare il questionario per la mappatura territoriale degli Enti che si occupano di GAP.
Il progetto “Mappatura cittadina delle risorse territoriali nell’ambito del gioco d’azzardo patologico (GAP)”, promosso dal Dipartimento Politiche Sociali e Salute di Roma Capitale (Ufficio Prevenzione e Contrasto Dipendenze del Dipartimento Politiche Sociali e Salute), in collaborazione con Fondazione Roma Solidale onlus, intende promuovere la conoscenza approfondita del territorio e delle risorse territoriali esistenti e operanti nell’ambito del GAP attraverso la realizzazione di una mappatura delle organizzazioni che a vario titolo se ne occupano.
L’iniziativa è una base di partenza per implementare azioni di sistema organiche e coordinate tra le diverse realtà territoriali attive, in grado di operare sinergicamente e in risposta ai diversi bisogni correlati al fenomeno.
Premessa
Roma Capitale da anni sensibile all’attivazione di iniziative volte al contrasto del gioco d’azzardo patologico, già nell’anno 2015, per il tramite del Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute, in collaborazione con Fondazione Roma Solidale Onlus e in linea con le indicazioni regionali (Legge Regionale del 5 agosto 2013, n. 5), ha realizzato il progetto “Gioco D’Azzardo Patologico – GAP”, attraverso sportelli informativi, di orientamento e animazione sociale presso i Municipi.
Al fine di dare nuovo impulso a tali azioni, nella Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 20 del 2024, vengono definiti “indirizzi e principi quadro per un nuovo piano di programmazione delle attività di prevenzione, cura, inclusione sociale e riduzione del danno sulle dipendenze e interventi per il contrasto dell’offerta”.
I dati del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) in italia
Il gioco d’azzardo può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale definita come Gioco d’Azzardo Patologico (di seguito GAP).
La dimensione del fenomeno in Italia è difficilmente stimabile in quanto, ad oggi, non esistono studi aggiornati e validamente rappresentativi del numero di giocatori coinvolti nel fenomeno.
La popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 36% sarebbero giocatori d’azzardo (dato rilevato con la domanda “Lei ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi?”). La stima di coloro che si sono dedicati al gioco d’azzardo in modo “sociale” si attesta intorno al 26,5%, i giocatori a basso rischio sono il 4,1%, i giocatori a rischio moderato sono il 2,8% e i giocatori d’azzardo problematici si attestano intorno al 3% della popolazione generale (Istituto Superiore di Sanità, 2018).
I giocatori problematici non coincidono con i giocatori d’azzardo patologici, definibili così solo a seguito di una diagnosi medica e di una successiva presa in carico da parte delle strutture sanitarie.
In Italia sono 13 mila le persone assistite dai Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche delle ASL e rappresentano lo 0,87% dei giocatori problematici (Eurispes, 2021).
La ludopatia è una dipendenza classificata specificatamente come “disturbo del controllo degli impulsi” sia dall’American Psychiatric Association sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che riconosce il gioco d’azzardo patologico come una forma morbosa chiaramente identificata, che in assenza di misure idonee di informazione e prevenzione, può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale.
Molto spesso il GAP è associato all’uso di sostanze stupefacenti, all’abuso alcolico e alla presenza di patologie psichiatriche, colpisce giovani, adulti e anziani con un aumento significativo registrato tra i giovani detti nuova generazione Z (età compresa tra 14 e 19 anni) e i silver age (over 65). (Nomisma 2021). Aumento che ha riguardato anche la modalità di gioco.
Nel 2019 l’azzardo online rappresentava la metà di quanto giocato fisicamente, nel 2020 e 2021, con la chiusura dei locali dell’azzardo a causa della pandemia, il giocato online ha superato quello fisico.
Nel 2022, senza più restrizioni di natura sanitaria, il gioco fisico è cresciuto moltissimo senza tuttavia raggiungere i livelli prepandemici mentre Il gioco online, ha superato i 73 miliardi di euro, confermando non solo il sorpasso, ma raddoppiando nei numeri rispetto al 2019.
Nei primi sette mesi del 2023 si registra una ulteriore crescita del 10%, rendendo probabile il superamento degli 80 miliardi a fine anno, nel solo online.
In ogni caso questi dati indicano che non esiste una contrapposizione “gioco fisico vs gioco d’azzardo”, ma piuttosto un ampliamento dell’offerta, visto che il fenomeno assume dimensioni sempre più ampie, i cui i volumi lordi giocati online sono in tendenziale aumento così come la modalità di gioco fisica in molte realtà territoriali italiane sta tornando ai valori assoluti pre-pandemia.
In tale scenario, infatti, si sta diffondendo la figura del “supergiocatore” in grado di accedere alle piattaforme da remoto, ma che non rinuncia alla frequentazione delle sale da gioco fisiche. (Libro Nero dell’Azzardo, 2023).
Le statistiche dell’Osservatorio Nazionale rivelano anche che la regione con il più alto volume di scommesse è la Lombardia, con una somma totale di circa 7.200 miliardi di euro raccolta in giochi come slot online, gambling fisico e lotterie. Seguono la Campania, il Lazio e l’Emilia Romagna con una somma totale compresa tra i 3.058 miliardi e i 4.349 miliardi di euro, raccolta per i giochi di lotterie, slot, gambling fisico e gratta e vinci (Nomisma, 2021).
Con riferimento alla Regione Lazio, il rapporto Caritas 2023, riferito all’anno 2022, dà conto di un volume di gioco imponente, seppur lievemente ridotto rispetto al 2022: 10,24 miliardi di euro puntati nel Lazio, che corrispondono a 1.793 euro per ogni cittadino. Nonostante redditi sempre più bassi e un alto livello di precarietà, nel 2022 si sono spesi quasi 5 miliardi nella Capitale.
A Roma, oltre il 70% della popolazione abile al lavoro ha un’occupazione, un dato superiore (+5%) a quello nazionale. Tuttavia quasi il 20% sono contratti a termine e di collaborazione e il 13,5% (in questo caso +3,1% rispetto al dato nazionale) sono contratti “poveri”, troppo bassi per garantire uno standard di vita adeguato. Il 42,4% di chi ha un reddito, infatti, guadagna meno di 15mila euro l’anno. Il ricorso al debito è testimoniato dal +9% di cessioni del quinto dello stipendio e da una impennata di accesso al credito al consumo. Inoltre non mancano luoghi e occasioni per “bruciare” liquidità: nel Lazio ci sono 378 sale per il gioco e 5.700 esercizi commerciali che al loro interno hanno le slot machine (Caritas, 2023).
Queste considerazioni, unitamente alla rilevanza socio-sanitaria del fenomeno, rendono necessaria l’attivazione di strategie e linee d’azione coordinate, scientificamente orientate e finalizzate alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione. Tali strategie e linee d’azione dovrebbero essere indirizzate, da un lato, alla filiera del gioco legale distribuita sul territorio nazionale; dall’altro, alle istituzioni socio-sanitarie cui competono le attività di cura e di recupero delle persone con diagnosi di GAP.